``Migredo``
“Migredo” di Giulia Garfì fonde nel titolo il termine Nigredo, ovvero la fase mediana della costruzione della pietra filosofale, con la particella pronominale “mi” che rappresenta l’ipotetico protagonista di questo processo magico. Da un punto di vista alchimistico nel Nigredo l’adepto vive una morte filosofica; una decomposizione che nella capsule trova naturale conseguenza nei colori neri e grigi. Si descrive un processo di decadimento; una distruzione di sé stessi utile e necessaria per poter aspirare a una possibile rinascita.
L’autodistruzione viene concretizzata all’interno della collezione attraverso delle specifiche lavorazioni che agiscono concretamente sui capi, creando un parallelismo visivo con l’ispirazione concettuale di partenza. L’organza viene bruciata con la pistola termica per creare arricci in punti diversi e molti capi vengono graffiati e tagliati brutalmente. Quasi tutta la collezione viene realizzata in tela anche con effetti degradè, mentre le lavorazione in misto lino creano gilet e scialli.
I volumi sono fortemente over, in special modo nelle maniche e nelle gonne.